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Quando si parla di trattamento delle acque reflue sono tante le variabili che entrano in gioco, in quanto il sistema si rivela complesso e prevede diverse fasi. Lo scopo ultimo è ridurre quanto più possibile la carica inquinante al fine di consentire un impiego sostenibile delle risorse idriche.

Introduzione al trattamento delle acque reflue

A prescindere dalla provenienza civile o industriale, le acque reflue devono essere trattate opportunamente perché non possono essere reimmesse nell’ambiente. Diversamente verrebbe compromesso l’ecosistema dei mari, dei fiumi e dei laghi. L’abbattimento delle sostanze inquinanti rappresenta quindi una priorità, per questo si ricorre all’uso di depuratori in grado di ridurre il volume dei fanghi, stabilizzare il materiale organico e distruggere gli organismi patogeni. Così facendo sarà possibile agevolare lo smaltimento finale e renderlo meno dannoso per l’ambiente.

I riferimenti normativi per il trattamento delle acque reflue sul territorio nazionale sono la Legge europea 2017, il Testo Unico Ambientale del 2006 e il D.lgs 152/1999. Queste disposizioni descrivono quali sono i principali adempimenti da rispettare in fase di gestione degli impianti di depurazione, nonché le soglie massime consentite degli scarichi in funzione delle differenti tipologie di acque reflue: urbane, domestiche e industriali.

Il superamento dei valori limite e, più in generale l’errato trattamento delle acque reflue, espone i responsabili a pesanti sanzioni non solo sotto il profilo amministrativo, ma anche penale.

Importanza del trattamento delle acque reflue per la salute pubblica

Le acque reflue, quando non gestite nel rispetto delle previsioni normative, possono avere un impatto negativo sull’ambiente, in quanto la loro dispersione provoca la contaminazione del sottosuolo, causando di conseguenza problemi di salute pubblica e danni agli ecosistemi.

Occorre far presente, infatti, che le acque reflue racchiudono elevate concentrazioni di metalli pesanti in grado di contaminare in maniera significativa i corsi d’acqua, nonché la flora e la fauna terrestre, con tutte le conseguenze negative a carico della catena alimentare.

Le acque reflue contengono inoltre virus, batteri e parassiti che, una volta entrati a contatto con la pelle o ingeriti, scatenano varie patologie più o meno importanti, come ad esempio infezioni gastrointestinali, dermatiti ed epatiti.

Processi principali nel trattamento delle acque reflue

Il trattamento delle acque reflue non è altro che un processo grazie al quale poter convertire questi liquidi inquinanti da uno stato inutilizzabile in uno che può essere restituito al ciclo idrico o riutilizzato per altri scopi.

Proprio per la grande importanza di questa gestione, i governi si stanno finalmente rendendo conto di dover adottare misure idonee che garantiscano la sostenibilità ambientale. Attualmente le principali fasi della gestione sono il pretrattamento, quello ossidativo biologico e speciale.

Nel primo stadio le acque di scarico vengono sottoposte a lavorazioni di tipo fisico, volte a rimuovere buona parte delle sostanze organiche sedimentabili presenti nel liquame. Per raggiungere questo risultato le acque vengono condotte all’interno di un impianto che integra solitamente una griglia a tamburo oppure a setaccio, nonché diversi separatori, mediante i quali si possono filtrare le impurità grossolane. I detriti recuperati in modo meccanico sono successivamente essiccati e smaltiti all’interno dell’inceneritore.

Si passa dunque al trattamento ossidativo biologico che include l’aerazione a base di ossigeno e la sedimentazione secondaria. Ultimati questi step le acque reflue sono quasi del tutto prive di sostanze biodegradabili e ciò che si ottiene, dopo un attento controllo, potrà entrare nuovamente nel ciclo idrico, ad esempio in un fiume.

In tante situazioni, tuttavia, la pulizia biologica non offre i risultati sperati, per cui si rendono necessari ulteriori interventi affinché l’acqua possa raggiungere la qualità prescritta dalla legge vigente.

Per questa ragione si passa alla terza fase della gestione speciale, proprio allo scopo di eliminare completamente gli inquinanti che non erano stati rimossi nel corso delle due precedenti fasi. A questo punto l’acqua raggiunge l’ultima vasca dell’impianto di depurazione e qui vengono ancora una volta prelevati dei campioni per verificarne l’effettiva qualità.

Smaltimento sicuro delle acque reflue

Al giorno d’oggi esistono numerose soluzioni innovative ed efficaci per gestire le acque reflue senza provocare danni ambientali. Anche la sensibilizzazione si rivela determinante per la promozione di comportamenti virtuosi. In ogni caso, per essere certi che la gestione dei liquami avvenga a tutela della salute pubblica, è importante affidarsi solo a veri professionisti del settore, capaci di garantire un servizio di alta qualità.

La scelta del partner competente offre numerosi vantaggi, ovvero il supporto tecnico costante, la possibilità di risolvere ogni criticità in tempi rapidi e di attuare i vari stadi della depurazione delle acque con procedure personalizzate in base alle specifiche necessità.